Japamala, tutto quello che c’è da sapere

Japamala, tutto quello che c’è da sapere

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Oggi parliamo di Japamala, conosciuta anche come Mala.

Sai di cosa si tratta?

Sicuramente avrai visto moltissimi Yogin (e non solo) indossare delle collane particolari

Difatti non è esagerato parlare di una vera e propria “moda” che negli ultimi anni sembra dilagare in tutto l’Occidente. 

Eppure, oltre che splendidi oggetti di ornamento, le Japamala rappresentano uno strumento importante per chi pratica Yoga e un prezioso simbolo di protezione.

Non solo! In realtà si tratta di autentici oggetti sacri…

Ma qual è il significato profondo di questi monili?

Come sono fatti?

E a che cosa servono realmente?

In altre parole, perché così spesso vediamo le Japamala al collo o al polso dei praticanti di Yoga?

In questo articolo cercheremo di scoprire tutto quello che c’è da sapere sulla Japamala.  

Buona lettura!

Japamala, cos’è?

Cominciamo dal significato del termine… 

Devi sapere che Japamala è composto da due parole sanscrite:

  • Japa”,  dal verbo “jap”, che significa “mormorare”, “pronunciare” preghiere o Mantra sottovoce, sussurrando.
  • Mala” che vuol dire “corona”, “ghirlanda” o “rosario”.

Nella lingua sanscrita il sostantivo Japamala è femminile ma, per maggiore comodità e fluidità, in italiano può essere anche usato al maschile (il Mala o Japamala).

Come avrai dedotto dalla traduzione del termine, Japamala è una vera e propria ghirlanda che serve a tenere il conto durante la recitazione dei Mantra ed è molto utilizzata nelle pratiche devozionali e di Meditazione

Dunque si tratta di una sorta di rosario composto da 108 grani, pietre o semi.

Ma si può trovare anche nei suoi sottomultipli: 54, 27 o 9, tipici delle Japamala da polso. 

Inoltre, a prescindere dai materiali con cui viene realizzata, la Japamala è considerata un monile sacro;
è un simbolo di protezione dal valore inestimabile.

Non a caso, tradizionalmente, veniva donata dal Maestro al proprio discepolo unitamente all’assegnazione di uno specifico Mantra. Ciò serviva anche a sancire il legame indissolubile con il proprio Guru. 

Infine, è interessante sapere che, nella tradizione Buddhista, questa collana prende il nome di Akshamala (da “Aksà”, sostantivo che in sanscrito designa il seme dell’Elaeocarpus Ganitrus, comunemente chiamato Rudra o Rudraksha, generalmente utilizzato per realizzare la collana).

Semi di Rudraksha utilizzati per realizzare le Japamala Yoga
Semi di Rudraksha spesso utilizzati per realizzare le Japamala

Japamala, origini e storia

Per risalire alle origini della Japamala occorre tornare indietro nel tempo di almeno 6000 anni.

Infatti, queste speciali ghirlande venivano usate sia nella tradizione Induista che in quella Buddhista come strumenti religiosi per la recita di formule rituali. 

Inoltre, oggetti molto simili alla Japamala, sono diffusi da generazioni in molte fedi spirituali tra cui il Sikhismo, il Taoismo e lo stesso Cristianesimo.

Ne è un esempio il classico rosario utilizzato per pronunciare le preghiere secondo la prassi tipica del rito latino della Chiesa Cattolica. 
E, a tal proposito, si pensa che il rosario cristiano provenga proprio dalla Mala indiana. 

In ogni caso la storia della Japamala è davvero antichissima…

Dopotutto possiamo dire che l’utilizzo di collane durante le pratiche spirituali sia antico quanto l’umanità.

Tra l’altro, nonostante se ne faccia ricorso da secoli in molte pratiche e filosofie, l’origine di questi potenti strumenti sembra essere persino più remota delle religioni stesse.

Dunque la diffusione della Japamala potrebbe risalire alle origini dell’Induismo ma precede la “nascita” del Buddhismo, anche quello Tibetano.

Japamala, l’importanza del numero 108

Come già accennato la Japamala è costituita da un numero di “grani” prestabilito: 108.

Ma perchè proprio 108?

Semplice: questo numero, nelle varie tradizioni orientali, ha una valenza sacra. 

Motivo per cui, ad ogni cambio di stagione, gli Yogin sono soliti praticare 108 Saluti al Sole

Eccoti alcuni esempi per capire l’importanza del numero 108:

  • A livello simbolico, scomponendo la cifra, si ottiene l’Essenza della totale esistenza
    (1 = rappresenta l’inizio, la Creazione, quindi Brahma o Dio; 0 = simboleggia il Vuoto; 8 = è l’Infinito, il senza fine).
  • Secondo i Veda, quando nacque l’Universo, il Creatore stabilì 108 divinità per gestirlo.
    In più, secondo la mitologia, gli dei avevano tutti 108 nomi.
  • Le Upanishad accertate sono 108
  • Il Rig-Veda ha 10.800 versetti.
  • Secondo il Sistema dei Chakra sono proprio 108 le Nadi che confluiscono nel plesso cardiaco a formare il vortice di Anahata.
  • L’Ayurveda individua 108 punti principali in cui si concentra l’energia (tali punti vengono definiti “Marma”).
  • Secondo il Buddhismo Tibetano 108 sono i vizi umani e 108 le qualità di Buddha.
  • L’alfabeto Sanscrito è costituito da 54 lettere ciascuna delle quali ha un corrispondente maschile e femminile;
    nel complesso si tratta quindi di 108 lettere.
  • Molte arti marziali si basano su 108 mosse e nel Tai Chi esiste la pratica dei 108 movimenti.
  • Il diametro del Sole è 108 volte quello della Terra.
  • La Luna dista dalla Terra 108 volte il suo diametro.
  • Il numero 108 simboleggia l’unione di Shiva e Shakti: la Creazione del Mondo.
  • In Giappone, nei festeggiamenti di fine anno, le campane suonano 108 rintocchi ognuno dei quali rappresenta una delle 108 tentazioni terrene che l’uomo deve superare per raggiungere il Nirvana.
  • Nell’astrologia cinese le stelle sacre sono 108.

Come avrai intuito il numero 108 non è affatto casuale!

Ma ora scopriamo come è fatta nel dettaglio una collana Japamala

Japamala, come è fatta?

Japamala o Mala Yoga

Le Japamala in commercio hanno dimensioni, materiali, colori e fattezze di vario tipo.

Tuttavia, ci sono una serie di elementi che contraddistinguono queste straordinarie ghirlande:

  • 108 grani, semi o pietre.
    Le sfere che costituiscono la collana di Japamala non sono in numero casuale, bensì devono essere 108.
    Il diametro varia a seconda del materiale prescelto ma mediamente si attestano dai 6 agli 8 millimetri circa.
    Secondo la tradizione queste vengono annodate manualmente una ad una attorno ad un filo per rendere la Mala ancor più resistente.
  • Un Meru (o pietra del Guru)
    Si tratta della sfera numero 109 che è situata all’estremità inferiore, solitamente la più grande di tutta la Japamala.
    Questa ha lo scopo simbolico di “chiudere il cerchio” e, sul piano funzionale, serve ad avvertire il praticante che il conteggio delle prime 108 ripetizioni è terminato.
    Per proseguire con un nuovo ciclo bisogna far ruotare il rosario fra le mani ripartendo in senso contrario, in modo da non oltrepassare mai il Meru (anche in segno di rispetto al proprio Guru).
  • Una nappa (fiocco o pennacchio) 
    L’insieme di fili annodati che si trovano dopo il Meru.
    Simboleggiano la nostra connessione con il divino e con l’intero Universo. 
    Ma rappresentano anche il fiore di loto dai mille petali (Sahasrara Chakra
  • Marcatori
    Oltre agli elementi sopracitati alcune Japamala presentano anche dei “marcatori”, vale a dire elementi o sfere, anche di forma differente, utili per tenere il conteggio e rendere più facile la ripetizione del Mantra.

I materiali delle Japamala

Parlando di Japamala, una doverosa riflessione riguarda i materiali con cui vengono realizzati questi monili.

Infatti, ogni seme, legno, pietra o cristallo, è in grado di trasmettere una specifica energia. 

Ciò ha una grande influenza su chi lo indossa al punto che la Japamala può essere utilizzata anche per potenziare alcuni aspetti della nostra personalità e, più in generale, per migliorare il proprio benessere psicofisico.

Di solito le sfere vengono annodate con grande cura e intenzione attraverso un filo di seta o di cotone. 

Ma ciò che di fatto differenzia una Japamala dall’altra sono i suoi “grani”. 

Pertanto è possibile trovare Japamala realizzate con:

1 | Semi di Rudraksha (Gli occhi di Shiva)

Come detto, moltissime Japamala vengono create usando i  semi dell’Elaeocarpus Ganitrus, comunemente chiamato Rudra o Rudraksha.
I semi di questa pianta, in India, hanno un valore particolare poiché si crede abbiano proprietà mistiche, astrologiche e medicinali.

In più, secondo diverse religioni orientali, essi contengono un’energia protettiva, capace di chiarire i pensieri e svolgere un’azione riequilibrante ma soprattutto di canalizzare le nostre preghiere (o Mantra).  

Non a caso il termine sanscritoRudraksha” deriva dalla parola “Rudra” (uno dei nomi del dio Shiva) e “Aksha” (che significa occhi).

Infatti la mitologia narra che l’albero da cui si ricavano questi semi nasca proprio dalle lacrime del dio Shiva dopo una profonda meditazione sul genere umano.

Japamala con semi di Rudraksha

2 | Legno di Tulsi (Il Basilico sacro dell’India)

Molte Japamala sono create usando il legno di Tulsi (chiamato anche Tulasi, più propriamente Ocimum tenuiflorum).

Si tratta di un “Basilico sacro” che cresce anche in maniera spontanea in diverse regioni dell’India. 

Secondo la tradizione “Tulasi” rappresenta la sposa di Vishnu, la divinità che protegge il mondo e l’umanità.

Inoltre, per l’Ayurveda, questo materiale è particolarmente utile per la purificazione del corpo in quanto favorisce l’equilibrio dei Dosha.

Più in generale, il legno di Tulsi è altamente considerato per le sue proprietà psichiche: ha un forte effetto sulle emozioni e svolge un ruolo calmante per la mente.

Japamala in legno di Tulsi

3 | Legno di Sandalo

Anche il legno di Sandalo è un materiale d’elezione per le nostre Japamala.

Questo materiale  è  impiegato soprattutto nelle culture religiose e cerimoniali, sia in India che in Cina, ed è noto per le sue virtù curative e per il suo intenso profumo. 

Inoltre il Sandalo ha generalmente un effetto rilassante e ciò lo rende perfetto per la pratica della Meditazione.

Oltretutto l’albero di Sandalo è considerato protettivo contro gli spiriti maligni e ha sempre avuto anche un profondo significato spirituale. 

Proprio per questo motivo il suo legno veniva usato per costruire templi e statue degli dei.

4 | Pietre naturali

Alcune Japamala sono costituite da pietre naturali, talvolta anche molto preziose.
La cosa più interessante è che ciascuna di esse porta con sé una specifica vibrazione, un’energia unica che “risuona” con l’essenza più intima di chi la indossa. 

Come saprai ad ogni pietra viene attribuito un significato ma soprattutto è veicolo di straordinari benefici per il corpo, la mente e lo spirito di chi la utilizza o la indossa.

Inoltre spesso le pietre sono associate ad uno specifico Chakra e ciò rende la loro azione ancor più profonda e ricca di significati. 

Ecco alcuni esempi di pietre corrispondenti ai 7 Chakra:

  1. Muladhara Chakra: ossidiana nera, onice nera, ematite, diaspro rosso, agata rossa, rubino e corniola rossa.
  2. Svadhisthana Chakra: agata di fuoco, corniola, opale di fuoco e calcedonio rosso.
  3. Manipura Chakra: occhio di tigre, quarzo citrino, ambra, crisoberillo, calcedonio giallo, agata gialla, berillo dorato, calcite gialla e pirite.
  4. Anahata Chakra: avventurina verde, agata verde, agata rosa, calcedonio rosa, amazzonite, calcedonio ramato, crisocolla, crisoprasio, calcite rosa e calcite verde.
  5. Vishuddha Chakra: lapislazzuli, turchese, opale, zaffiro, amazzonite, acquamarina, agata blu, calcedonio blu, calcite blu, crisocolla, celestina, turchese, zaffiro e sodalite.
  6. Ajna Chakra: ametista, zircone, zaffiro, opale, fluorite, labradorite, moldavite, sodalite, tanzanite, morganite e ametrino.
  7. Sahasrara Chakra: pietra di luna, calcite trasparente, diamante, fluorite, labradorite e ametista.
Japamala in pietre

Japamala, come si usa?

Ma cerchiamo di capire come si usa correttamente una Mala o Japamala.

  1. Secondo la tradizione, la Japamala si indossa al collo oppure al polso sinistro. 
  2. Durante la pratica della Meditazione (o recitazione dei Mantra) la Japamala si afferra esclusivamente nella mano destra facendo scorrere i grani, uno ad uno, tra il pollice e il dito medio.
  3. Nello “sgranare” la propria Japamala non si dovrebbe mai utilizzare il dito indice, simbolo dell’Ego e nemmeno il mignolo, che rappresenta qualità come l’inerzia e la pigrizia.
  4. Per tenere il conto del proprio Mantra la Japamala si utilizza sempre cominciando in senso orario.
  5. Al termine dei 108 grani, una volta raggiunto il Meru (la sfera numero 109), se desideri continuare a recitare ricomincia nuovamente con l’ultima pietra, la 108, in modo da tornare indietro in senso antiorario.
    In questo caso fai ruotare la Japamala fra le dita per cambiare direzione.
  6. Il Meru non andrebbe mai oltrepassato in segno di rispetto al proprio Guru.
    Inoltre, una volta raggiunta questa parte della Japamala, la mente è invitata a ritornare alla sua piena presenza ed alla completa consapevolezza. 
  7. Nel complesso, l’azione delle dita che scorrono i grani durante la ripetizione del Mantra, ci aiuta a non perderci nell’automatismo; la Japamala diviene così un prezioso strumento per la mente.

Japamala e Mantra

Come visto la Japamala rappresenta uno strumento fondamentale per la recita dei Mantra.

Ma, per conoscere i più famosi e praticati, ti rimando alla lettura di questo interessante articolo dedicato ai Mantra Yoga

In ogni caso considera che lo straordinario potere dei Mantra risiede nella capacità di questi “strumenti” di liberare la mente dai pensieri che troppo spesso la affollano inutilmente. 

Di fatto si tratta di una parola, una frase o un suono la cui vibrazione è in grado di connetterci con l’intero Universo e di calmare la nostra mente. 

Se sei alle prime armi ti consiglio di iniziare sperimentando il Mantra Universale OM, la sillaba sacra per eccellenza. 

In alternativa potresti ricorrere al Mantra SO HAM che significa “Io Sono Quello” e rievoca il suono del respiro spontaneo (SO richiamato nella fase dell’inspiro e HAM in quella dell’espiro).

Oppure potresti optare per ripetere mentalmente o sussurrare una breve affermazione positiva che possa infonderti un rinnovato senso di pace e benessere, utile anche per richiamare in te nuove qualità. 

La Japamala ti aiuterà a tenere il conto delle tue 108 ripetizioni!

Ma se sei interessato ad approfondire la tua conoscenza sui Mantra sappi che, nei nostri Corsi di Formazione Insegnanti Yoga, viene dedicato ampio spazio a questo importante argomento.

Non solo! Se il tema ti affascina ti suggerisco di provare lo Yoga Kundalini che fa un ampissimo uso dei Mantra uniti a potenti tecniche di Meditazione.
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Japamala, come scegliere la più adatta a te

Tradizionalmente la Japamala veniva donata dal proprio Maestro all’allievo.
O comunque, in qualità di oggetto sacro e prezioso, tramandata di generazione in generazione.

Oggi, soprattutto in Occidente, questa non è considerata una prassi…

Tuttavia puoi decidere di acquistare o crearne una in base al tuo gusto personale.

Ma come scegliere la Japamala più adatta a te?

Per cominciare potresti lasciarti guidare semplicemente dall’istinto.
Spesso, a livello inconscio, ci sentiamo inspiegabilmente attratti da ciò di cui abbiamo bisogno.
In questo caso sarà l’energia della Japamala a richiamare la tua attenzione, soprattutto se costituita da pietre o cristalli.

In alternativa potresti valutare consapevolmente la Japamala che più si addice alla tua personalità.
Qui ti consiglio di informarti accuratamente sui materiali.

Magari vuoi “lavorare” su un determinato Chakra e la tua esigenza è quella di richiamare a te le vibrazioni di un colore specifico o di una pietra che ti “risuona” particolarmente affine. 

Inoltre puoi considerare anche aspetti più “pratici” legati al peso, alla consistenza e alle dimensioni della collana.

Considera che le Japamala in legno e semi sono molto leggere e hanno una superficie più ruvida rispetto a quelle realizzate in pietra.

Ma in commercio ne esistono anche realizzate in maniera ibrida (sia con pietre che con semi).

Infine, se possibile, valuta anche la provenienza della Japamala e accerti che si tratti di un prodotto artigianale (sicuramente più resistente e realizzato con una cura e un’intenzione specifica). 

Vari tipi di Japamala Yoga

Conclusioni

Spero che l’articolo ti sia stato utile per scoprire qualcosa di più sulle Japamala!

Come avrai capito la Japamala rappresenta una vera e propria “compagna spirituale”.
Dopotutto la sua vibrazione si unisce alle frequenze di chi la indossa o la porta con sé.

Puoi decidere di acquistare una Japamala in base alle tue esigenze e caratteristiche ma potresti anche scegliere di realizzarne una con le tue mani! In ogni caso abbi grande cura di questo prezioso strumento!

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Grazie per il tempo che ci hai dedicato!

Al prossimo articolo 😀

Francesca Nera