Yoga e semplicità

Yoga e semplicità

Chi apre la porta di una scuola
chiude una prigione.
Victor Hugo

Se sei ai primi approcci allo yoga è davvero dura… sicuramente ti starai chiedendo quale tipo di yoga “scegliere”.
Bene, ti sembrerò paradossalmente critica dicendoti tutti e nessuno.
La svendita dello yoga, di cui ho già parlato in un precedente articolo sul blog della scuola, ha portato alla nascita di numerosi stili abbastanza differenti.
Yoga statico, dinamico, spirituale, con supporti, senza supporti, meditativo, con la sauna…con salse, spezie, crudo o cotto…Ce n’è per tutti i gusti e puoi scegliere come sceglieresti un menù al ristorante.
Andando aldilà di ogni giudizio, senza stilare classifiche di serie A o serie B, ma basandomi sulla mia esperienza personale, che non è sicuramente la tua, voglio semplicemente consigliarti la non-scelta.
Lo yoga, come disciplina millenaria, ha insito in sé il seme della semplicità.
Non dovrebbe chiedere di aderire a dogmi, non è necessario.
Non dovrebbe costruire schemi, adottare misure restrittive che  soffochino l’emergere della tua essenza come se qualcuno spingesse la tua testa sott’ acqua.
Lo yoga non chiede nulla, dovrebbe lasciare liberi di cogliere ciò che serve.
È l’arte dell’ascolto, dell’ascolto interiore, dell’accogliere in sé ogni cosa, del riconoscere in sé ogni cosa, non dell’ ascolto del maestro o delle mode del momento.
Le classificazioni, gli schemi, i dogmi, sono opera della mente umana, non dello yoga.
Perché mai dovresti aderire ad un determinato yoga piuttosto che ad un altro?
Lo yoga è un abito cucito a pelle…
Esci dai limiti di una pratica, guarda all’insieme per costruire il tuo yoga.
Definire, vuol dire porre dei confini.
Come puoi aprirti a livelli di consapevolezza maggiori se ti chiudi e ti delimiti nei confini di una pratica?
Non puoi varcare nessuna soglia se chiudi a chiave un cancello… Sarai sempre prigioniero delle tue stesse sbarre.

Mary Bellomo