Gli effetti del lamentarsi

Gli effetti del lamentarsi

Tornando alla “normalità” del calendario e leggendo qua e là, tra social e web, riflettevo sulle miserie del genere umano.
Dopo l’allegria del periodo natalizio e del forzato buonismo si torna ad “arrampicarsi” su qualsiasi cosa di cui lamentarsi.
Ma perché accade questo?
Come dicono gli illustri professori, perché abbiamo bisogno di proiettare le nostre profonde insoddisfazioni in qualsiasi forma.
Il lamento continuo è una sorta di vittimismo che anziché allontanare le “sventure” gli dà cibo.
Lamentarsi vuol dire entrare in un tunnel senza luce, una via a senso unico in cui si riesce a vedere solo un rovescio della medaglia e a rafforzarlo sempre più, sino a convincersi di un destino avverso al quale rassegnarsi eternamente.
Sicuramente ci sono momenti in cui ci sentiamo stretti nella morsa di un “destino” avverso, capita a tutti, anche a chi, apparentemente, è sempre “elevato”.
La realtà è che non si riesce a stare nell’attimo e si vive proiettati nel futuro e di aspettative.
Stare nell’attimo equivale a dire “adesso è così”… “adesso accolgo questo momento”… “è quel che è”…
E ancora….
L’avversità, se così vogliamo definirla, è una sirena luminosa che si accende per indicarci che c è qualcosa che non va come vorremmo… come la spia luminosa sul cruscotto dell’ auto che indica un guasto… Di certo non restiamo lì fermi a commiserare il guasto ma ci attiviamo per risolverlo quanto prima.
E se lo stesso atteggiamento lo avessimo nei confronti della vita?
Sono sicura che ringrazieremmo ogni avversità, guarderemmo ad esse come un bonus che la vita ci concede…
Credo che nulla ci accada per caso, ogni cosa arriva con un suo perché, per condurci chissà dove…
Il nostro essere confinati nei limiti della mente invece, cerca sempre una spiegazione “logicamente umana”.
Non dovremmo neanche chiederci perché arrivino…il tempo ci darà ragione.
Ci sono due modi per guardare alla vita…
Essere consapevoli che ogni esperienza, positiva o negativa che sia, vuole insegnarci qualcosa…….. Oppure lasciarsi seppellire vivi nella tomba del vittimismo e della rassegnazione.
A te la scelta!

Mary Bellomo